Caratteri delle Diaspora somala nel mondo e suo ruolo nel progetto TH

L'Italia è stato il primo Paese europeo a sperimentare la presenza di comunità somale nel proprio territorio a partire dagli anni Cinquanta (quando era operante in Somalia l'Amministrazione Fiduciaria Italiana incaricata di accompagnare il Paese verso una autonoma organizzazione istituzionale parlamentare). Altre due ondate migratorie sono seguite nel periodo 1970-90 e dopo lo scoppio della guerra civile. Migrazioni molto diverse tra loro: la prima composta perlopiù da giovani di ceto medio alto che studiavano in Italia per divenire futura classe dirigente del loro Paese, la seconda dagli oppositori del regime sempre più dittatoriale di Siyaad Barre e la terza da chi ha cercato rifugio dai massacri della guerra civile. Mohamed Aden Sheikh, fondatore dell'Associazione Soomaaliya rappresentava appieno il primo e secondo modello migratorio. Nonostante queste storiche e cicliche migrazioni, la diaspora somala in Italia resta numericamente assai inferiore rispetto ad altri Paesi di più recente accoglienza: su un totale stimato intorno ai due milioni di persone che vivono oggi fuori dalla Somalia, solo 6.200 si trovano sul territorio italiano (con una presenza femminile pari a circa il 55% del totale). Circa 350.000 si sono invece trasferiti in Nord America, 150.000 in Gran Bretagna, 40.000 in Svezia, 20.000 in Olanda, 10.000 in Australia, per citare solo alcuni Stati. Responsabile ne è la insufficiente accoglienza delle Istituzioni italiane nei confronti dei rifugiati. Le associazioni della diaspora Somala operanti in Italia, così come quelle degli altri Paesi, hanno saputo avviare importanti iniziative umanitarie nei confronti dei loro connazionali rimasti nel Paese di origine e si affiancano all'impegno individuale di ogni somalo emigrato che contribuisce economicamente al mantenimento di chi non potrebbe altrimenti sopravvivere per mancanza di mezzi di sostentamento. Si calcola infatti che l'80% del PIL della Somalia sia prodotto dalle rimesse degli emigrati. E' a tutti evidente che, superati i traumi subiti, le donne e gli uomini della diaspora, lavoratori, professionisti, imprenditori formatisi o nati all'estero potranno essere, se opportunamente aiutati, importanti agenti di sviluppo per il loro Paese, oltre che fondamentali agenti di mediazione tra i paesi Occidentali e la società civile somala, per una pace duratura.

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