Il progetto ha ottenuto un contributo dalla Film Commission e il Patrocinio del Comune di Torino. La storia moderna della Somalia attraverso la vita e la traiettoria politica di Mohamed Aden Sheikh. Figlio di cammellieri nomadi, poi chirurgo somalo specializzato in Italia, ministro del governo somalo e artefice delle più importanti campagne di modernizzazione del paese durante gli anni '70: l'alfabetizzazione di massa, la scrittura della lingua somala, le campagne per l'informazione sanitaria nelle aree rurali. Dissidente del regime di Siad Barre e prigioniero politico, Mohamed Aden fu rifugiato politico in Italia e consigliere comunale di Torino alla fine degli anni '90. A un anno dalla sua scomparsa, mentre proprio da Torino parte l'iniziativa per un ospedale intitolato al suo nome per la Somalia afflitta dalla carestia, Mohamed Aden rivive in un documentario poetico e personale, che cerca di ricomporre i pezzi dell'importante eredità ideale e politica di Mohamed per il suo paese, per la città di Torino e per la memoria di un capitolo dimenticato della storia dell'Italia contemporanea.
Dopo due decenni di guerra civile, la Somalia è uno stato fallito e la crisi umanitaria più grave del pianeta. Carestia, guerra, emergenza umanitaria: questa è l'unica immagine del paese che da vent'anni rimbalza sugli schermi occidentali. Ma cos'era la Somalia prima della guerra? Cos'era stato quel "miracolo somalo" che negli anni ‘70 ne fece un modello per i paesi in via di sviluppo? E in cosa credevano quegli italiani (fra loro c'erano i miei genitori) che in quegli anni partivano per il Corno d'Africa? I libri di memorie di Mohamed Aden e le interviste rilasciate nel corso degli anni dell'esilio, i reportage dell'epoca, i ricordi di quella stagione di speranze e la riscoperta di un imprevisto legame familiare: sono questi gli elementi di un film documentario sulla memoria dimenticata della Somalia, dove la figura di Mohamed Aden sarà il filo conduttore di un percorso d'archivio lungo quattro decenni, che si intreccia con le memorie di una generazione che credette in un futuro diverso per l'Africa.
Alberto Bougleux (Roma, 1976) si è laureato in scienze della comunicazione all'Università di Bologna (2002) e ha conseguito il dottorato in sociologia presso l'Università di Firenze (2006). Come regista indipendente di documentari, è stato selezionato a Berlinale Talent Campus (2008) e ESoDoc - European Social Documentary (2005). Ha realizzato svariati documentari di tematica storica artistica e sociale in diversi paesi del Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia) e nei Balcani. È fra i fondatori e coordinatori di ZaLab, produzione indipendente di documentario sociale più volte premiata a Venezia (www.zalab.tv, www.zalab.org). Fra i titoli di cui ha firmato regia, fotografia e montaggio: Canzone per Amine (52', DocumentaMadrid 2010, Movies that Matter 2010), Passacaglia (25', 2008 trasmesso su Televisión del Catalunya), Libro di Famiglia (25', 2007, trasmesso su RTVE – Radio televisión Española), Souvenir Srebrenica (soggetto e sceneggiatura, nomitaion al David di Donatello 2007). E' stato supervisore al montaggio di Come un uomo sulla terra (prod. ZaLab 2008) e Il Sangue Verde (Giornate degli Autori, Venezia 2010). Attualmente vive e lavora a Barcellona.
Produttore esecutivo ZaLab che è un'associazione culturale con sede a Roma, Padova e Barcellona. Fondata nel 2006 da un gruppo di giovani filmmakers indipendenti, ZaLab ha prodotto, co-prodotto e importanti documentari sulla storia contemporanea e sui diritti umani in Italia, Spagna, nei Balcani e nei paesi del bacino del Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Palestina). Dal 2011 distribuisce documentari di qualità prodotti anche da autori non-ZaLab.
Produzioni recenti: Il Sangue Verde (Venezia, Giornate degli autori 2010), Canzone per Amine (Documenta Madrid 2010), Magari le cose cambiano (Torino Film Festival 2009), Come un Uomo sulla Terra (Grand Prix CMCA 2009).
Distribuzioni recenti: Italy, love it or leave it, di G. Hofer e L. Ragazzi (2011), Ju tarramutu, di Paolo Pisanelli (2011).